Colloqui Russia-Ucraina, punti in comune. Bombe su Kiev e altre città. Zelensky: bombardamento a Kharkiv è crimine di guerra .
Italia Tawfiq Dridi
I negoziati tra Ucraina e Russia al confine bielorusso si sono conclusi.
Russia e Ucraina prevedono un “secondo round” dei colloqui, riferiscono fonti di Kiev.
Le delegazioni sono tornate nelle rispettive capitali per consultazioni.
“Abbiamo trovato alcuni punti su cui è possibile trovare un terreno comune”, ha detto il negoziatore russo Vladimir Medinsky, citato da Interfax. I negoziati proseguiranno al confine tra Polonia e Bielorussia, fa sapere il Cremlino, citato dalla Tass. Secondo il negoziatore di Mosca, i colloqui si terranno “nei prossimi giorni”.
Tuttavia arriva un messaggio di Mosca all’Ue: “I cittadini e le entità dell’Ue coinvolti nella consegna di armi letali” all’Ucraina “saranno ritenuti responsabili per qualsiasi conseguenza di queste azioni”, afferma in una nota il ministero degli Esteri russo, secondo cui coloro che hanno preso queste iniziative “non riescono a capire quanto siano pericolose le conseguenze”.
L’ambasciatore di Kiev all’Onu, Sergiy Kyslytsya, ha detto al Consiglio di Sicurezza che la Russia sta commettendo crimini di guerra in Ucraina. “Sta attaccando ospedali, team di soccorso mobili e ambulanze – ha continuato – Questa non è l’azione di uno stato con legittimi problemi di sicurezza. È l’azione di uno stato determinato a uccidere civili”.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di “crimini di guerra” per aver “brutalmente” bombardato Kharkiv “una città pacifica, con aree residenziali pacifiche, senza strutture militari.
Racconti di decine di testimoni oculari provano che non si tratta di colpi vaganti, ma la distruzione deliberata di persone: i russi sapevano dove stavano sparando”.
In un filmato diffuso in tv e suoi social, Zelesnky ha detto che “ci sarà una corte internazionale per questo crimine, una violazione di tutte le convenzioni. Nessuno nel mondo vi perdonerà per aver ucciso pacifici cittadini ucraini”.
TELEFONATA PUTIN-MACRON – In una telefonata con il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente russo Vladimir Putin si è impegnato oggi a “sospendere tutti gli attacchi contro i civili e le abitazioni”, ha reso noto una fonte dell’Eliseo. Nella telefonata, Putin ha dato “il suo accordo a restare in contatto nei prossimi giorni per prevenire l’aggravamento della situazione”, come proposto da Macron. Nella telefonata, durata un’ora e mezzo secondo le fonti dell’Eliseo, Macron ha ribadito a Putin la “richiesta della comunità internazionale di cessare l’offensiva russa contro l’Ucraina, ribadendo la necessità di un cessate il fuoco immediato”. In particolare, Macron ha chiesto che cessino i bombardamenti contro civili e abitazioni, che siano preservate tutte le infrastrutture civili e siano garantite le principali strade, in particolare quella del sud di Kiev. Putin, secondo le fonti della presidenza francese, ha “confermato la volontà di impegnarsi su questi tre punti”. Macron ha anche chiesto il “rispetto del diritto internazionale umanitario e la protezione delle popolazioni civili”, con “il trasporto degli aiuti secondo quanto contenuto nella risoluzione che la Francia presenta in Consiglio di sicurezza Onu”. Infine, Macron ha proposto al presidente russo di “rimanere in contatto nei prossimi giorni per prevenire l’aggravarsi della situazione” e “Putin si è detto d’accordo”. Un accordo con l’Ucraina sarà possibile solo dopo la “smilitarizzazione e de-nazificazione” di Kiev, “quando avrà assunto uno status neutrale”, ha detto il presidente Putin nella telefonata con Macron, secondo quanto riferisce il Cremlino, citato dalla Tass. Putin ha poi aggiunto di chiedere il riconoscimento internazionale della Crimea come territorio russo tra le condizioni per porre fine al conflitto in Ucraina, riferisce il Cremlino.
“Per il momento escludiamo una telefonata tra Biden e Putin”, ha detto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaky sottolineando che l’Amministrazione non ritiene opportuno “un colloquio con il leader di un Paese che ne sta invadendo un altro”. “Questa è la nostra posizione, altri la pensano in modo diverso”, ha sottolineato.
Ai colloqui con la Russia, l’Ucraina ha chiesto il ritiro completo delle truppe russe dal suo territorio. Lo riferisce Anton Herashchenko, consigliere del ministro degli Interni di Kiev, citato dai media locali. “Abbiamo di fronte una battaglia decisiva, l’esercito è pronto”, ha aggiunto.
Sono durati quasi sei ore, in una località segreta al confine tra Ucraina e Bielorussia, i primi colloqui tra le delegazioni di Mosca e Kiev sulla guerra dichiarata dal Cremlino e si sono aggiornati a un secondo round con qualche segnale di apertura. ‘Abbiamo trovato alcuni punti su cui è possibile individuare un terreno comune’, dice il negoziatore russo Vladimir Medinsky, secondo cui il nuovo incontro si terrà ‘nei prossimi giorni al confine tra Polonia e Bielorussia’. Le delegazioni stanno ora tornando nelle rispettive capitali per consultazioni. Tra loro, secondo il Jerusalem Post, anche Roman Abramovich. La presenza del miliardario russo con passaporto israeliano sarebbe stata chiesta dall’Ucraina. Ma mentre intorno al tavolo allestito dal governo di Minsk si svolgevano le prime schermaglie negoziali, al telefono con il presidente francese Macron, Putin dettava le sue condizioni per far tacere le armi ed arrestare l’avanzata dei carri armati verso Kiev: Ucraina neutrale e riconoscimento della Crimea come territorio russo.
L’Eliseo sottolineava invece l’impegno del numero uno del Cremlino a ‘sospendere tutti gli attacchi contro i civili e le abitazioni’ e a ‘restare in contatto nei prossimi giorni per prevenire l’aggravamento della situazione’. Sul terreno, secondo il Pentagono, la Russia non ha ancora tuttavia il predominio aereo in Ucraina e ha finora lanciato 380 missili. Come dire che la situazione militare non giustifica la resa al tavolo dei negoziati. Tanto più che le sanzioni internazionali cominciano a far sentire i loro effetti sull’economia russa.
La Banca centrale di Mosca lancia l’allarme di un ‘cambio drammatico per l’economia’ del Paese, aumenta i tassi di interesse al 20% per ‘supportare l’attrattività dei depositi e proteggere i risparmi delle famiglie contro la svalutazione’, fa sapere il governatore Elvira Nabiullina. E, mentre la Borsa di Mosca resta chiusa, a Londra i titoli dei colossi dell’economia russa sprofondano: Sberbank ha perso il 74%, Gazprom il 51%, Lukoil il 62,8%, Rosneft il 42,3%, Magnit il 74%. ‘I combattimenti in Ucraina devono finire ora. Stanno imperversando in tutto il Paese, dall’aria, dalla terra e dal mare. Basta. I soldati devono tornare alle loro caserme’, ha detto il segretario generale dell’Onu Guterres aprendo l’Assemblea generale al Palazzo di Vetro. ‘I leader devono andare verso la pace. I civili devono essere protetti’, ha aggiunto, sottolineando che la minaccia nucleare russa ‘è uno sviluppo agghiacciante, semplicemente inconcepibile’. Mentre in Europa ‘si rischia la peggiore crisi umanitaria e dei rifugiati degli ultimi decenni’. In Italia, intanto, il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il nuovo decreto con aiuti, anche militari all’Ucraina, e con le norme per diversificare le fonti energetiche, riaprendo se necessario le centrali a carbone. Possibili, anche se allo stato non necessari, anche razionamenti di gas ‘in caso di emergenza’. Il testo prevede anche un incremento di 16mila nuovi posti per accogliere rifugiati dall’Ucraina.
Anche dalla Finlandia, Paese confinante con la Russia, la ‘decisione storica’ di fornire armi all’Ucraina per difendersi dall’aggressione. Si rafforzano così le misure internazionali contro Mosca. Ma occorre che non superino i limiti del buon senso. Per questo Downing Street ha dovuto correre ai ripari dicendo che il portavoce di Boris Johnson si è espresso male quando ha riferito le parole del premier secondo cui le sanzioni occidentali ‘mirano a far cadere il regime di Putin’. ‘Solo un lapsus’, la precisazione dopo la clamorosa gaffe. Così come l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera Borrell ha fatto sapere che l’adesione dell’Ucraina all’Ue nell’immediato ‘non è in agenda’.
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