Nel tentativo di garantire il proprio fabbisogno di gas naturale e ridurre la dipendenza dalle importazioni russe, l’Italia ha bussato alle porte di molti paesi africani, nel nord, nell’ovest e nel sud del continente, concludendo 3 nuovi accordi di gas in una settimana.
L’ultimo accordo dell’Italia per aumentare le forniture di gas è stato con l’Angola, a seguito di colloqui ad alto livello tra il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio e il presidente angolano Joao Lourenço.
L’Italia ha anche firmato un accordo per sostenere la produzione e l’esportazione di gas naturale nella Repubblica del Congo e anche Roma attende con impazienza di collaborare con il Mozambico.
L’Italia importa circa il 95% del gas che consuma, ed è uno dei paesi europei più consumati dal gas russo, che rappresenta il 45% delle sue importazioni.Nel 2020 l’Italia ha acquistato 21 miliardi di metri cubi di gas russo.
Importante accordo con l’Angola
Il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio ha affermato che il suo Paese ha raggiunto un importante accordo con l’Angola il 20 aprile, sottolineando che l’accordo con l’Angola aiuta l’Italia a diversificare le sue fonti energetiche, secondo Energy Voice.
Il governo italiano prevede di interrompere l’importazione di gas russo entro la seconda metà del prossimo anno.
Di Maio aveva visitato l’Angola all’inizio di marzo, accompagnato dal ministro della Transizione ambientale Roberto Cingolani, e dall’amministratore delegato di “Eni” Claudio Descalzi, con l’obiettivo di assicurarsi più forniture di gas, e l’assenza del presidente del Consiglio Mario Draghi dalla presenza a causa alla sua infezione con il virus Covid-19.
In una telefonata tra il Presidente dell’Angola e il Primo Ministro italiano, i due Paesi hanno sottolineato l’importanza di rafforzare la partnership bilaterale in tutti i settori di reciproco interesse, in particolare nel campo dell’energia.
Eni possiede il 13,6% del terminale di GNL dell’Angola, che ha una capacità di 5,2 milioni di tonnellate/anno, situato nella città di Soyo, alla foce del fiume Congo.
Il terminal GNL dell’Angola esporta circa 70 carichi all’anno.
BP e Total Energy possiedono ciascuna il 13,6% delle azioni della stazione, mentre Chevron’s possiede il 36,5% e Sonangol il 22,8%.
Eni e BP stanno fondendo le loro attività in Angola nella nuova società indipendente Azule Energy.La nuova alleanza gas è stata lanciata nel 2020, per fornire ulteriori forniture dal terminale GNL per l’esportazione all’estero, e le nuove forniture dovrebbero iniziare nel 2023.
Congo e Algeria
Il colosso italiano dell’energia, Eni, ha affermato che i politici italiani hanno firmato una lettera di intenti in Congo-Brazzaville, con l’obiettivo di aumentare la produzione e l’esportazione di gas.
L’amministratore delegato della società italiana Eni, Claudio Descalzi, ha firmato l’accordo con il ministro congolese degli idrocarburi, Jean-Claude Gakuso, per poi incontrare il presidente congolese Denis Sassou Nguesso.
L’accordo siglato tra i due Paesi punta ad accelerare la produzione di gas in Congo-Brazzaville, attraverso un nuovo progetto per la produzione di gas naturale liquefatto con una capacità di 3 milioni di tonnellate/anno, a partire dal 2023.
Il progetto di esportazione galleggiante consiste in due impianti di liquefazione modulari e sarà avviato in due fasi.
L’accordo prevede anche che Eni supporterà i piani per la carbon neutrality e la transizione energetica nel Paese dell’Africa occidentale.
Accordi recenti
La scorsa settimana l’Italia ha firmato una serie di accordi di fornitura di gas dal Nord Africa, poiché l’Algeria si è impegnata a fornire all’Italia 9 miliardi di metri cubi di gas naturale attraverso il gasdotto Transmed.
L’Algeria fornisce all’Italia circa il 30% del proprio fabbisogno di gas naturale liquefatto, attraverso il gasdotto Transmed, che collega i due Paesi attraverso la Tunisia e il Mediterraneo.
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